Che cosa c’è da sapere di Nightingale e dell’interesse di Google per i dati sanitari di 50 milioni di americani. E che cosa c’entra Google con la salute.
Nel 2014 Larry Page, uno dei fondatori di Google, durante un suo intervento a Vancouver, in Canada, aveva dichiarato che “sarebbe straordinario se tutti i dati sanitari dei pazienti fossero rilasciati e archiviati in un unico database per contribuire alla ricerca medica”. Cinque anni dopo la sua azienda sembra averlo preso in parola, perché secondo un articolo pubblicato qualche giorno fa dal Wall Street Journal Google avrebbe iniziato a raccogliere le informazioni mediche di oltre 50 milioni di cittadini americani.
Il guaio è che l’ha fatto a loro insaputa: è l’ormai tristemente noto progetto Nightingale, dal nome di Florence Nightingale (1820 – 1910), fondatrice dell’infermieristica moderna. Le persone coinvolte in questo nuovo data affaire sarebbero tutti pazienti di Ascension, il secondo più grande network americano di ospedali, centri di cura e laboratori di analisi, un’azienda da 158.000 dipendenti che fattura oltre 23 miliardi di dollari.
UN NUOVO DATA GATE? Ascension, secondo quanto riportato dal quotidiano di New York, avrebbe iniziato nel 2018 a condividere con Google cartelle cliniche, risultati degli esami, diagnosi, ricoveri, interventi e prescrizioni di farmaci. Per farne che cosa? Al momento non è chiaro, ma in compenso le ipotesi sono tante.
Ascension, che ha tra i suoi obiettivi dichiarati anche quello di migliorare le condizioni di salute delle classi più povere e di ridurre i costi per l’accesso alle cure mediche degli americani, potrebbe aver scelto di utilizzare Google come partner tecnologico per riorganizzare il suo immenso database e per analizzare i dati per scoprire (per esempio) aree di miglioramento nell’erogazione dei propri servizi. Una così grande quantità di dati clinici potrebbe essere impiegata da Google e Ascension anche per addestrare un sistema di intelligenza artificiale che possa aiutare i medici nella diagnosi precoce, nella messa a punto di nuovi farmaci e di protocolli di cura innovativi.
ALLA SALUTE DI GOOGLE! La salute è un elemento che influenza pesantemente il comportamento delle persone, offline ma anche online – e Google, come altri giganti della Rete, vive anche di pubblicità. Se i dati di questi 50 milioni di americani finissero fuori controllo e venissero utilizzati in maniera impropria, per esempio per desumerne lo stato di salute e veicolare loro pubblicità ad hoc? Secondo quanto dichiarano i portavoce di Google e di Ascension, questo non può accadere: è vero che queste informazioni sensibili sono effettivamente nei server di Google, ma sono criptate, e Google non può accedervi né utilizzarle per le proprie attività economiche.
Resta il fatto che negli ultimi mesi Google ha mosso diversi passi nel mondo della salute e dei dati sanitari: nel 2020 completerà, per 2,1 miliardi di dollari, l’acquisto di FitBit, azienda specializzata nella produzione di orologi e bracciali che tracciano il sonno e l’attività fisica. E nel 2017 ha acquisito Senosis Health, una start-up di Seattle che ha realizzato un paio di app in grado di monitorare battito cardiaco e respirazione grazie alla fotocamera e al microfono dello smartphone.
La partnership tra Ascension e Google è comunque finita al centro di un’inchiesta da parte del Dipartimento di Diritti Civili del Ministero della Salute americano, che verificherà il rispetto delle normative e delle leggi sulla privacy. Vedremo che cosa ne verrà fuori.