Lo yoga nella vita quotidiana deve partire da dei punti focali. Scopriamo come praticarlo in maniera semplice e farlo diventare un qualcosa di importante che ci regalerà non pochi benefici.
Il primo punto focale dello yoga è sicuramente lo yama che rappresenta una rotta verso la quale indirizzare le proprie energie, se si vuole evitare di correre in 1000 direzioni: altrimenti non si otterrà realizzazione alcuna.
Questo elemento significa indirizzare la propria vita, centrandosi un po’ di più su se stessi. Ed è sufficiente darsi una direzione per produrre in sé un centro, che a sua volta aiuterà a dare forma cosciente la rotta, per cui, questo è il punto di partenza che invita a fissarsi in se stessi, Per rispondere alla vita, alla realtà.
Lo yama, il centro dello yoga
Con lo yama si controllano diversi istinti, uccidere, mentire, rubare, il controllo e l’uso dell’energia sessuale, l’avarizia. Questi non vogliono essere una limitazione della vita ma un arricchimento di essa: ciò va ricordato, perché molto spesso questi precetti morali vengono usati per staccarsi dalla vita.
Lo yoga suggerisce una tecnica per raggiungere questo fine, l’ekagrata, si tratta di concentrarsi, o focalizzarsi su di un unico oggetto, non definito. Esso può essere fisico, sia del corpo che esterno, che mentale oppure può essere Dio. Questo lavoro su di sé porta prendere in mano il proprio destino, e questo è in sostanza lo yama, la risultante di quel lavoro.
Con yama si conclude il lavoro all’esterno, nei confronti degli altri. E a questo punto appare niyama, La legge interiore, che compare nella propria solitudine, e con la quale ci si deve sempre confrontare. Si tratta quindi di attenzioni di riguardi necessari verso se stessi.
I vari nyama
Il primo tra tutti è la pulizia. Pulizia del corpo e della mente, in quanto un corpo malato non può ospitare un essere esano. Mangiare male, per esempio può danneggiare il corpo. Il cibo può appesantire, puoi intorpidire, può avvelenare, puoi mettere tossine nocive. Il corpo può essere curato tenendolo pulito, alleggerendolo da tensioni, da pensieri, da preoccupazioni ed angosce: per questo si può parlare di pulizia al livello anche mentale.
Il secondo è la serenità.una persona che vive una vita naturale, sarà Serena di conseguenza. Essere sereni è una visione della meraviglia che è la vita; e sentirsi parte di un disegno contro il quale nessun desiderio può competere. Ma questo implica però una profonda consapevolezza e una profonda comprensione.
Il terzo è l’ascesi. Questa si può raggiungere soltanto dopo la serenità, perché è raggiungibile solo dopo che i desideri non hanno più presa su una persona, che ha così acquisito un equilibrio sereno.
Successivamente c’è lo studio. In quanto solo a questo punto si è giunti nello stato d’animo in cui è possibile uno studio libero da pregiudizi, da prevenzioni e da ipocrisie. E per studio, non si intende un lavoro esteriore, ma un processo di meditazione interiore.
Il quinto ed ultimo invece è la devozione o cosiddetto abbandono divino. In quanto solo ora è possibile rendersi al divino. In questo abbandono si acquista la propria essenza divina.
Yoga nella vita quotidiana: regole e consigli per praticarlo
Ecco alcuni consigli pratici per mettere in pratica lo yoga nella vita quotidiana, ma soprattutto relativamente ai punti che abbiamo individuato, al principio abbiamo una corretta pulizia sia interna che esterna: David a piccoli sorsi un bicchiere d’acqua. È sufficiente dell’acqua potabile normale, ma, se dubitare della sua purezza, potrete usare acqua minerale, aggiungendovi, eventualmente, il succo di un frutto.
Per pulirvi il naso, riempire un bicchiere d’acqua fresca o tiepida, aggiungendovi un pizzico di sale marino. Sfiorate l’acqua con le narici, tenendo la testa diritta, inspirate una piccola quantità d’acqua e rovesciate lentamente la testa all’indietro. L’acqua di scivolerà fino alla gola e potrete risputarla. Infine, chiudendo vi alternativamente le narici, eliminate, soffiando, l’acqua che via è rimasta, oppure, se preferite, soffiare il naso.
Si tratta di un eccellente metodo igienico, che fra gli altri presenta il vantaggio di immunizzare contro i raffreddori. Sbrigatevi poi la lingua e i denti con uno spazzolino duro per tre minuti, anche senza usare una pasta particolare.anche se non riuscirà ad eliminare il tartaro dai denti, questa pulizia eliminerà almeno i residui di cibo e massa generale gengive.
Inumidite tutto il corpo con un bagno o una doccia o, ancor più semplicemente con una spugna o un guanto. In seguito frizionare energicamente il corpo con un guanto di crine o anche a mani nude, poiché sono cariche di magnetismo e favoriscono una buona circolazione del sangue. Potete usare indifferentemente acqua fredda o calda: non serve rischiare un raffreddore o i reumatismi col pretesto di irrobustirsi. L’acqua calda pulisce anche meglio, quella fredda tonifica, ma una frizione finale compensa e sostituisce l’uso dell’acqua.
Prendetevi cura del sonno
Se avete delle preoccupazioni gravi, dei pensieri fastidiosi, delle difficoltà che vi impediscono di dormire, procedete a una sorta di rito preparatorio al sonno. Giunto il momento di andare a letto, rallentate progressivamente i vostri gesti, come se ogni parte del corpo cominciasse già ad assopirsi.
Bevete un bicchier d’acqua piccoli sorsi. Eseguite, se potete, un lavaggio nasale con acqua pura. La paura di non poter dormire e spesso motivo di insonnia che si aggiunge agli altri. Il rimedio, in questi casi, consiste nel procedere a ritroso: cercate di non dormire per un certo tempo. È, resistete anche al sonno che dove sei sopra avvenire. Soffocando così volontariamente il timore di non riuscire ad addormentarvi, prenderete sonno automaticamente.
Cancellate dalla mente le idee spiacevoli e angosciose, e concentrate il vostro pensiero sull’immagine di un paesaggio, di un grande lago, di un fiume che scorre calmo e maestoso o sulla vostra respirazione addominale.
Curiosità
Il sonno non è che la sospensione temporanea della coscienza e delle manifestazioni della vita di relazione dell’organismo, mentre prosegue, sia pure rallentata, la vita vegetativa. Benché non sia chiaro il suo significato, il sonno, che occupa un terzo della vita umana, rappresenta quindi un periodo di riposo, di ristoro e di recupero dell’attività psiconeuromuscolare, durante la quale i muscoli si rilassano, a eccezione degli sfinteri anale e vescicale, e le palpebre si abbassano, mentre i globi oculari ruotano in alto e verso l’esterno. Il polso e respiro si fanno più lenti; il cuore batte con minore energia, con conseguente rallentamento del ritmo della circolazione sanguigna; la digestione si svolge meno fervida; e l’urina diminuisce di quantità ma aumenta di concentrazione; la secrezione sud orale aumenta il metabolismo basale diviene più basso.
Il bisogno fisiologico di sonno varia con l’età. È relativamente elevato nei bambini, per scendere sino a cinque o sei ore nell’adulto. Sul meccanismo di produzione del sonno molto si è discusso ed esistono in proposito diverse teorie. La teoria più accreditata è quella cosiddetta ormonale, che attribuisce il sonno alla secrezione ritmica, da parte dell’ipofisi, di un ormone, la melatonina, che agisce sul centro nervoso del sonno stesso.
Insonnia
L’insonnia, diversamente, è un disturbo del sonno. Talvolta è un disturbo considerevole dato che il sonno rappresenta un bisogno imprescindibile dell’organismo a faticato dalle quotidiane occupazioni, sia fisiche sia mentali. Le cause di insonnia sono peraltro numerosissime; le preoccupazioni, le eccessive fatiche fisiche intellettuali, la sovraeccitazione dovuta grandi dolori a grandi gioie, l’ingestione di sostanze convulsive come caffè, tè o alcol.
La cura dell’insonnia è logicamente è subordinata alla causa; ma in ogni caso giovano la vita all’aria aperta, il riposo, le distrazioni. Ottimi risultati, nei casi di insonnia ostinata, si ottengono con l’idroterapia. Solo in alcuni casi l’insonnia è dovuta precise cause organiche come il male ai denti.
Consigli utili per dormire bene e praticare yoga serenamente
Bisogna addormentarsi sul fianco destro, per favorire la prima fase della digestione, e risvegliarsi sul fianco sinistro per terminare la seconda fase. Rilassatevi il più possibile, respirate con calma, senza sforzo; rallentare il ritmo respiratorio. Distaccatevi dalle vostre preoccupazioni, dai vostri problemi grandi e piccoli.
Evitate di raggomitolare le gambe. Conservate la posizione allungata, che favorisce la circolazione del sangue. Salvo controindicazioni per disturbi organici particolari, è sempre preferibile dormire su una superficie piatta. Preferite, per la loro permeabilità, le coperte di lana ai piumini. Accade spesso che, in seguito alla pratica regolare dello yoga, si dorma di meno e più profondamente, inoltre sapersi riposare è più importante che dormire a lungo e pesantemente.
Anche in caso di insonnia, restate perfettamente immobili, distesi come nella posizione di riposo, in modo da recuperare le forze. La durata del sonno è in funzione dell’età, delle stagioni, dello stato di salute, del carattere e, soprattutto, della facoltà di recupero personale.