Il miliardario americano conquista un nuovo record di profondità: 10.928 metri sotto il livello del mare. E trova la nostra spazzatura.
L’obiettivo di Victor Vescovo, il miliardario texano con l'hobby delle esplorazioni che si è fatto costruire un sottomarino da 48 milioni di dollari, è quello di raggiungere i luoghi più profondi di tutti gli oceani: un po' come "gli scalatori degli 8.000" (le 14 montagne della Terra che superano gli 8.000 metri), ma al contrario, verso il basso.
Pare che tutto vada per il meglio, perché nel ventaglio dei suoi record adesso manca solamente il luogo più profondo dell’Oceano Artico, un obiettivo facile, a "soli" 5.573 metri sotto la superficie del mare.
Victor Vescovo alla guida della sua navicella sommergibile. | FIVE DEEPS EXPEDITION
L'ultimo (in ordine di tempo) tra gli abissi conquistati era invece impegnativo: uno dei fondali della Fossa delle Marianne, a 10.928 metri di profondità (ma non l'abisso Challenger, che arriva a -10.994 metri).
«Non sono partito con l'idea di battere James Cameron, che nel 2012 arrivò più in fondo di chiunque altro prima di lui, è stato il caso a portarmi appena un po’ più in basso», afferma Vescovo.
Nel 2017 una spedizione oceanografica ripescò da profondità abissali alcuni crostacei che, analizzati, rivelarono di avere ingerito particelle di plastica. Per approfondire: Fibre di plastica nello stomaco degli animali nella Fossa delle Marianne. | UNIVERSITÀ DI NEWCASTLE
BATTUTO DI POCO. Gli strumenti del Triton 36000/2 Limiting Factor (il nome della navicella sommergibile di Vescovo) hanno infatti segnato 18 metri in più della profondità ufficiale raggiunta da Cameron. Con Vescovo sono in tutto quattro le persone che hanno toccato i fondali del Pacifico: oltre a Cameron, vanno infatti ricordati Jacques Piccard e Don Walsh, attorno agli anni '60.
Questa foto è parte della gallery La vita pulsante nella Fossa delle Marianne, del 2016: una collezione di immagini straordinarie pubblicate dall'Agenzia americana NOAA nell'ambito del progetto Deepwater Exploration of The Marianas. | NOAA
La speciale sfida di Vescovo, il suo giro degli abissi, è iniziata a fine dicembre del 2018 con la discesa nel punto più profondo dell’Oceano Atlantico, a 8.376 metri sotto il livello del mare, e terminerà a settembre con la discesa nell'Artico, sempre a bordo del suo sommergibile biposto da 12 tonnellate, "certificato" per immersioni fino a 11.000 metri di profondità - pericolosamente vicino al limite di Challenger.
Ci sono luoghi su Marte e sulla Luna che conosciamo meglio dei nostri oceani: nella foto, un nudibranco fotografato per l'Ocean Art Competition 2018. | BRUNO VAN SAEN / OCEAN ART COMPETITION 2018
ABISSI DI PLASTICA. Soddisfatto, al termine dell'impresa, l'esploratore non ha però esitato a commentare con amarezza i rifiuti di plastica anche a quelle profondità: «È incredibile come l’inquinamento sia arrivato fino a lì, in un paesaggio lunare ma pieno di vita, dove a un certo punto mi sono imbattuto in frammenti di plastica e involucri di caramelle».
Vescovo ha prelevato alcuni organismi adesso all’esame dei ricercatori, che vogliono capire se anch’essi hanno ingerito plastica, come quelli analizzati nel 2017 da una spedizione della NOAA attorno ai 6.000 metri di profondità. Recentemente, un rapporto delle Nazioni Unite ha portato all'attenzione del mondo il fatto che in mare potrebbero attualmente esserci 100 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma nessuno immaginava che potesse essere arrivata così in profondità.