Il trasporto auto viene alla luce fin dalla nascita die primi mezzi. Il primo vero trasporto che si avvicina a ciò che conosciamo noi è stato eseguito nei primi anni del secolo scorso, quando il pilota scozzese Alexander Winton decide di installare un carrello sul retro di un camion modificato per trasportare auto di sua produzione.
Negli anni ’50 del ‘900, poi, è Volkswagen a “sfornare” il primo prototipo di bisarca (così si chiama il camion che trasporta le autovetture) attuale, a due piani, brevettandola per il trasporto di circa 8 vetture: è questo il mezzo che, ancora oggi, utilizzano le ditte che offrono servizio di trasporto auto in tutto il mondo.
La sperimentazione di questi mezzi così particolari è stata avviata anche in Germania in 9 Land su 14, mentre in Italia la normativa impone l’utilizzo di mezzi di lunghezza on superiore a 16,5 metri, soprattutto a causa dell’inadeguatezza di alcuni tratti della rete stradale.
Come ti sposto l’auto di CR7: ecco come avviene il trasporto di un’auto di lusso
1000 miglia, Ferrari Challenge, circuiti e VIP: sono questi, spesso, gli ingredienti che portano al trasferimento di un’auto di lusso. Se ne parlò tempo fa per le auto di CR7, che sollevarono la curiosità del trasporto per auto di lusso, che avviene… com’è che avviene?
Per il trasporto di auto di lusso, le cose sono generalmente un po’ più complesse rispetto al solito. Come detto, invece delle bisarche canoniche vengono utilizzate principalmente bisarche coperte e, in moltissimi casi, blindate. A questa tipologia di mezzi si aggiungono trattori ultraribassati con cabine top-di-gamma.
A seconda del tipo di viaggio e dei modelli trasportati, le aziende di trasporto decidono se mettere a disposizione più di un autista per il medesimo camion, e anche quale tipo di rimorchio e allestimento utilizzare.
Quali sono le dotazioni più comuni per mezzi simili? Beh, ovviamente i mezzi sono blindati, sono dotati di telecamere interne ed esterne e di GPS, e hanno un carico massimo pari a sei veicoli. In molti casi, il trasporto avviene poi in modo dedicato. Quando le vetture trasportate sono particolarmente delicate – pensiamo ad esempio alle auto d’epoca – per il trasporto vengono scelti mezzi e rimorchi che permettono anche di regolare la temperatura interna: in casi di climi estremi come quelli troppo rigidi del nord Europa o quelli troppo caldi a livello tropicale, la regolazione della temperatura salva verniciature, gomme, rivestimenti e circuiti da possibili danni.
I Trasportatori di questo tipo di mezzi sono generalmente formati e addestrati per ridurre al minimo le possibilità di danno accidentale alle auto trasportate.
Auto elettriche o GPL a bordo? Sì…. Forse.
Quella del trasporto di auto con alimentazioni particolari in nave è una esigenza condivisa che sottopone a rischi maggiori, però, le compagnie di navigazione. Ne è un esempio concreto l’incendio a bordo della Felicity Ace, con il fuoco mantenuto vivo a bordo dalle batterie al litio delle auto elettriche trasportate (a questo link un approfondimento).
Per cui, diamo un’occhiata alle norme – in evoluzione, in alcuni casi – e ai limiti a cui sono soggette auto con alimentazione come GPL e Elettrica.
È possibile il trasporto di un’auto a GPL su un traghetto?
Sì, diciamo subito che sui traghetti non c’è divieto d’imbarco per le auto alimentate a GPL. Questo significa che neanche le valutazione dei singoli armatori ritengono i cargo di auto alimentate a GPL pericolose. Va sempre considerato però che la legge lascia alla discrezionalità di ogni armatore la possibilità di imbarcare o meno automobili con questo genere di alimentazione.
Quindi, prima di prenotare è sempre comunque bene consultare il regolamento della compagnia di navigazione, per capire se possono ospitare l’auto a bordo: in ogni caso, nella maggior parte dei casi le compagnie di navigazione impongono al proprietario della vettura a GPL di dichiararne la presenza al momento dell’acquisto del biglietto.
Trasporto di un’auto elettrica in nave: si può fare?
Parlavamo prima del caso Volkswagen in Felicity Ace: la nave trasportava un carico di 4000 auto elettriche quando ha preso fuoco al largo delle isole Azzorre, per poi affondare. Sembra, dalle indagini, che anche se l’incendio fosse stato innescato da altra fonte, la presenza delle batterie delle auto elettriche possa aver ingrandito enormemente il problema, divenendo forse determinante.
Ecco perché la compagnia MOL (Mitsui Osk Lines), ad esempio, ha deciso di emettere un vero e proprio ban al trasporto di auto elettriche sui propri cargo; in questa decisione ha impatto anche la copertura assicurativa che per il trasporto di auto elettriche aumenta, andando ad incidere direttamente sui costi del biglietto per il trasporto del veicolo stesso.
Il rischio del trasporto delle auto elettriche è legato anche alla quantità di energia chimica che ogni auto può convertire in energia termica in caso d’incendio: spesso le auto elettriche sono cariche al 75%, mentre per le auto ICE, non si dovrebbe andare entro il 5%. Inoltre, poiché le stive delle navi attuali non possono gestire un grande quantitativo di acqua per spegnere eventuali incendi innescati da questo genere di problemi, le navi cargo andrebbero proprio ripensate.
La soluzione per il trasporto di auto elettriche arriva da Höegh Autoliners. La nuova nave si chiama “Aurora”, e la sua entrata in servizio è prevista per il 2024. Offre un sistema di sorveglianza termica particolarmente efficiente e prevede spazi separati per il trasporto e la gestione dei veicoli elettrici.