Aquagym, Pilates e Yoga per le gestanti. Sempre più donne si preparano attivamente al travaglio. Una mamma supersportiva è più avvantaggiata?
Vai in palestra per restare in forma e dopo aver fatto il test di gravidanza e aver scoperto che aspetti un figlio, pensi che un buon allenamento potrà prepararti al meglio ad affrontare il travaglio. In effetti, se ci pensi bene, la parola “travaglio” in sé ci fa capire che si tratta di un’esperienza che coinvolge uno sforzo fisico enorme e il fatto di essere in forma potrà aiutarti anche ad affrontare l’impegno che comporta la cura del bebè. Adesso però, c’è chi ritiene che una preparazione fisica eccessiva possa non essere un fattore poi così positivo, per affrontare il travaglio. Se pratichi uno sport come, per esempio, l’equitazione, potresti favorire lo sviluppo eccessivo del pavimento pelvico. Ciò significa che la testa del bebè impegnerà più lentamente il canale di parto, allungando notevolmente i tempi del travaglio. Ma non è solo uno sport come l’equitazione che potrebbe rendere un po’ più complicato il parto!

La nostra amica Lucia, che lavora come doula, racconta: «Ho lavorato con una ballerina classica, che non riusciva a rilassare i muscoli del pavimento pelvico durante il travaglio. Era troppo abituata a trattenerli e alla fine è stato necessario farla partorire con l’aiuto della ventosa, perché la bimba era bloccata nel canale di parto. L’ostetrica ed io, siamo entrambe giunte alla conclusione che la causa di ciò fosse il suo pavimento pelvico troppo stretto». Lucia ha lavorato anche con una cavallerizza, che ha avuto qualche difficoltà, a causa della sua preparazione fisica. «Il primo stadio del travaglio è filato liscio, perché questa donna aveva una grande resistenza fisica, era a conoscenza dei propri limiti e riusciva a controllare bene lo stress e la stanchezza. Nel secondo stadio, era completamente dilatata, ma il bimbo è rimasto bloccato nel canale di parto e alla fine è stata costretta a partorire con un cesareo». Il problema è che certe donne sportive hanno un controllo incredibile dei muscoli addominali, ma non sono abituate a rilasciarli. Durante il travaglio, occorre spingere in basso i muscoli addominali, mentre si lascia andare il pavimento pelvico e questo non è facile se pratichi regolarmente gli sport che tendono invece a rafforzare e “indurire” certi muscoli. Un altro problema legato all’attività sportiva può riguardare la crescita delle ossa. Le atlete, specialmente le ginnaste, tendono ad avere un struttura pelvica più piccola, a causa del tipo di allenamento svolto e dai fattori nutrizionali, che inibiscono la crescita delle ossa. Questo fa sì che il bacino sia più piccolo e comporta quindi una maggiore difficoltà nel corso del travaglio e del parto. Per fortuna, c’è una grande differenza tra una ginnasta olimpica e quelle che invece si allenano soltanto un paio di volte alla settimana. In effetti, a proposito di ciò, alcuni esperti si interrogano in merito all’impatto negativo che una forma fisica fin troppo perfetta, può effettivamente avere sul travaglio. Non esiste una ricerca vera e propria, a supporto di tale tesi, che si basa quindi, prevalentemente, su alcuni singoli casi. Alcuni esperti ritengono anche che ad influire in modo negativo sul travaglio può essere lo stato mentale di coloro che si sottopongono ad allenamenti molto intensi. Se hai paura, ecco che sopraggiunge l’adrenalina. Le atlete sono abituate a servirsi dell’adrenalina, però, durante il travaglio, questo è proprio l’ormone più sbagliato, perché impedisce ai muscoli di rispondere in maniera positiva.
Allenarsi nel modo giusto
A prescindere dal livello dell’allenamento i sit up sono da evitare. Durante la gravidanza, accade di frequente che i muscoli addominali, si separino. In questo caso, quindi, è sbagliato eseguire questi esercizi addominali, perché potrebbero far peggiorare il problema. Mentre molte donne devono imparare come contrarre il pavimento pelvico, coloro che si allenano molto, invece, devono disimparare a farlo. La donna supersportiva dovrebbe visualizzare il rilassamento del suo intero pavimento pelvico. Durante le contrazioni dovrebbe aprire la bocca, rilassare le spalle e provare a lasciarsi andare completamente. Per le donne che praticano un’intensa attività sportiva, mantenere i muscoli molto contratti è ormai un’abitudine, quindi il bimbo resterà inevitabilmente trattenuto all’interno di questi muscoli, così contratti. In ogni caso, rallentare l’attività fisica durante la gravidanza, rappresenta una decisione dettata dal buon senso. Si spera che dopo tre mesi, la maggior parte delle donne non continui a praticare uno sport, come l’equitazione a ritmi di prima, perché la gravidanza richiede qualche attenzione in più. Dopo aver fatto gli esercizi, dovresti essere in grado di sostenere una conversazione. Mai fare attività fisica fino al “punto di affanno”! Interrompi qualsiasi sport se hai il fiato corto, dolori, intorpidimento, vertigini, o se il tuo cuore batte troppo veloce o ad un ritmo irregolare!

Se in passato non hai mai svolto attività fisica, concentrati sul pavimento pelvico e fai una passeggiata ogni giorno da circa 30 minuti. Qualsiasi attività fisica dovrebbe svolgersi con una certa moderazione. Se cammini durante le ultime settimane di gravidanza, anche se non sei in perfetta forma, dovresti comunque riuscire ad entrare in travaglio spontaneamente. Non c’è davvero bisogno che tu sia superallenata per partorire. Una donna “normale” non dovrebbe avere problemi nel corso del travaglio, a meno che il bimbo non sia nella posizione giusta. O magari ci siano altri problemi fisiologici. Il segreto è lasciare che il corpo faccia ciò che gli viene naturale. Durante il travaglio bisogna lasciarsi alle spalle le tecniche sportive o gli esercizi che facciamo normalmente. Una donna che pratica abitualmente yoga, per esempio, durante il travaglio tiene le gambe dritte e si piega in avanti, infilando la testa tra le cosce. Nel disperato tentativo di far progredire il bebè nel canale del parto, non fa altro che cessarne l’avanzamento e, per partorire, dovrà sottoporsi al cesareo. Ricorda dunque che ciò che conta veramente è la consapevolezza che il proprio corpo “sa bene” quello che deve fare. Devi avere fiducia nelle potenzialità e predisposizione naturale del tuo corpo!
Gli esercizi per un parto migliore:
– Allena i muscoli addominali ogni volta che ti è possibile. Così facendo, potrai sostenere meglio la schiena, cosa che si rivelerà utile durante il travaglio.
– Seduta o in piedi, immagina di far salire di cinque piani l’ombelico, poi “scendi” al primo piano.
– Immagina che il pavimento pelvico sia una specie di paracadute che si allunga verso la parte inferiore del bacino, poi prova a “tirare” tutto dentro di te, per far lavorare i muscoli del pavimento pelvico.
– Trascorri un po’ di tempo stando a quattro zampe, appoggiando poi le braccia su un pallone o sul letto. Questa posizione aiuta il bimbo a mettersi nella posizione giusta.
– Nelle ultime settimane di gravidanza, fai finta di “cullare” il tuo bimbo, dondolandoti e spostando il peso del corpo da un piede all’altro. Questo ti aiuterà a rilasciare la tensione nelle articolazioni dei fianchi.
– Per migliorare la mobilità delle articolazioni e favorire la circolazione dell’aria pelvica è utile l’esercizio della farfalla. Siediti per terra, piega le ginocchia e unisci le piante dei piedi l’una contro l’altra avvicinandole al corpo. Evitando lo sforzo, cerca di rilassarti nella posizione e concentrati sul respiro.
5 modi per preparare le mente al parto
1) Forse ti riempi la testa con troppe informazioni che trovi su internet e non sempre queste sono attendibili. Non lasciarti condizionare dalla paura.
2) Una volta entrata in travaglio, evita i pensieri negativi. Il dolore dura solo per poco. E’ più probabile che tu possa avere un approccio positivo al travaglio, se mantieni anche un atteggiamento mentale positivo, durante ogni contrazione.
3) Mentre l’utero inizia a contrarsi, chiusi gli occhi, in modo da poterti sentire sicura e non osservata. Apri la bocca, così sarà più difficile che tu possa serrare le mascelle.
4) Durante la contrazione, conta i respiri, per cercare di respirare più profondamente. Ciò potrà contrastare la reazione al dolore, che è quella di trattenere il respiro.
5) Utilizza l’ipnosi per azzerare la mentalità analitica, lasciando invece che il corpo faccia ciò che gli viene naturale durante il travaglio.